Lo stile della Scuola calasanziana deve essere improntato al rispetto della persona nella sua integrità, qualunque sia la sua posizione nella comunità e nella società. È conforme a questo spirito l’apertura, fin dalle sue origini, verso i non cattolici, i non cristiani e i non credenti.
Scuola cattolica sì, ma non confessionale, disponibile al dialogo interconfessionale, interreligioso e interculturale, interetnico.
La scuola del Calasanzio tende alla formazione dell’uomo aperto alla dimensione del trascendente, come persona e come membro della società. E’ aperta al dialogo con tutte le culture che riconoscono il primato della persona.
L’attività educativa dei Padri Scolopi tende alla formazione integrale dell’uomo come persona e come membro della società. L’insegnante è il cooperatore della verità. La verità San Giuseppe Calasanzio la riferiva al binomio “pietas et litterae”. La pietà come educazione alla fede, all’evangelizzazione, alla verità di Dio.
Le lettere come conoscenze acquisite con la ragione per la promozione dell’uomo e per la ricerca di un sapere critico della realtà, della storia e dell’animo umano. Il momento didattico, nel pensiero dell’educatore scolopico, religioso o laico, è pienamente valido quando insegna a formulare un giudizio critico sulla realtà e a cogliere il rapporto dell’uomo e del mondo con Dio.
La scuola è luogo di comunicazione e di dialogo e con la sua attività didattica si propone di educare ad un lavoro sistematico e di portare ad indagini razionali sulla natura, sull’uomo, sulle vicende umane e sulla verità aperta al trascendente. Ma è anche luogo di comunione di persone, alunni, genitori, docenti, personale ausiliario, che nel cammino quotidiano si sentono parte integrante di una comunità: la comunità educante.
Appartiene allo stile degli Scolopi quello che il Calasanzio, rivolgendosi agli educatori, esprime con la parola “diligenza”. Diligenza come idea di lavoro regolare, sistematico e autorevole, di atteggiamento di predilezione e di amore per la persona del ragazzo in crescita, perché possa esprimersi in piena libertà e trovi nell’educatore un sostegno e una guida.
Lo strumento del dialogo è importante in ogni Scuola calasanziana:
- dialogo fra le persone (alunni, genitori, docenti)
- dialogo come metodo di apprendimento critico delle conoscenze
- dialogo, per fasce d’età e in particolari momenti dell’anno, su argomenti di forte valenza educativa per il giovane: gli affetti, i condizionamenti, il senso di responsabilità e di rispetto per l’altro
- dialogo nei gruppi giovanili, la cui crescita, nel rispetto del momento didattico, porta con sé alti valori educativi
- L’Istituto dei Padri Scolopi è attento alla realtà circostante. Ricerca la collaborazione fra tutte le componenti della comunità educante, come avvio e segno di una società solidale.
- L’Istituto intende educare i giovani alla giustizia e alla pace e vuole che diventino cittadini consapevoli, in particolare dei giovani in difficoltà e sensibili alle fasce più deboli della società.
- Intende costruire una vera famiglia umana, nella quale tutti si sentano accolti ed emerga così “l’uomo planetario”.
Lo stile della Scuola calasanziana deve essere improntato al rispetto della persona nella sua integrità, qualunque sia la sua posizione nella comunità e nella società. È conforme a questo spirito l’apertura, fin dalle sue origini, verso i non cattolici, i non cristiani e i non credenti.
Scuola cattolica sì, ma non confessionale, disponibile al dialogo interconfessionale, interreligioso e interculturale, interetnico.
La scuola del Calasanzio tende alla formazione dell’uomo aperto alla dimensione del trascendente, come persona e come membro della società. E’ aperta al dialogo con tutte le culture che riconoscono il primato della persona.
L’attività educativa dei Padri Scolopi tende alla formazione integrale dell’uomo come persona e come membro della società. L’insegnante è il cooperatore della verità. La verità San Giuseppe Calasanzio la riferiva al binomio “pietas et litterae”. La pietà come educazione alla fede, all’evangelizzazione, alla verità di Dio.
Le lettere come conoscenze acquisite con la ragione per la promozione dell’uomo e per la ricerca di un sapere critico della realtà, della storia e dell’animo umano. Il momento didattico, nel pensiero dell’educatore scolopico, religioso o laico, è pienamente valido quando insegna a formulare un giudizio critico sulla realtà e a cogliere il rapporto dell’uomo e del mondo con Dio.
La scuola è luogo di comunicazione e di dialogo e con la sua attività didattica si propone di educare ad un lavoro sistematico e di portare ad indagini razionali sulla natura, sull’uomo, sulle vicende umane e sulla verità aperta al trascendente. Ma è anche luogo di comunione di persone, alunni, genitori, docenti, personale ausiliario, che nel cammino quotidiano si sentono parte integrante di una comunità: la comunità educante.
Appartiene allo stile degli Scolopi quello che il Calasanzio, rivolgendosi agli educatori, esprime con la parola “diligenza”. Diligenza come idea di lavoro regolare, sistematico e autorevole, di atteggiamento di predilezione e di amore per la persona del ragazzo in crescita, perché possa esprimersi in piena libertà e trovi nell’educatore un sostegno e una guida.
Lo strumento del dialogo è importante in ogni Scuola calasanziana:
- dialogo fra le persone (alunni, genitori, docenti)
- dialogo come metodo di apprendimento critico delle conoscenze
- dialogo, per fasce d’età e in particolari momenti dell’anno, su argomenti di forte valenza educativa per il giovane: gli affetti, i condizionamenti, il senso di responsabilità e di rispetto per l’altro
- dialogo nei gruppi giovanili, la cui crescita, nel rispetto del momento didattico, porta con sé alti valori educativi
- L’Istituto dei Padri Scolopi è attento alla realtà circostante. Ricerca la collaborazione fra tutte le componenti della comunità educante, come avvio e segno di una società solidale.
- L’Istituto intende educare i giovani alla giustizia e alla pace e vuole che diventino cittadini consapevoli, in particolare dei giovani in difficoltà e sensibili alle fasce più deboli della società.
- Intende costruire una vera famiglia umana, nella quale tutti si sentano accolti ed emerga così “l’uomo planetario”.